venerdì 28 marzo 2008

have a nice day

(roma)

se inizi la giornata sternutendo, mentre hai in mano una tazzina piena di caffè bollente, poi tutto il resto andrà di conseguenza, mi sa.

martedì 25 marzo 2008

il risveglio dal sogno forse uccide, mai tradisce (afterhours)

(roma)

quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus.
(catullo)


lo so che ti piace questa frase, pennuta.
però, smettere di voler bene è un dolore terribile.

detto ciò.
dopo gli effetti speciali e i colori ultravivaci, ho trovato un nuovo modo idiota di giocare col blog.
stai pronta, poiché non sai né il giorno, né l’ora.

sabato 22 marzo 2008

spes contra spem

(roma)

piove, per fortuna. guardi fuori e piove. senti il rumore della pioggia, l'odore della città bagnata. piove, ed è esattamente quello che doveva essere.
le persone, tutte quelle che conosci, adorano la speranza. la inseguono e la proteggono e la venerano. la dipingono di verde, come la terra che rinasce. la tengono in fondo a un vaso di mali, perché ne fuoriesca a colorare il grigio.
a te non sembra che le cose stiano esattamente così. a te sembra una gabbia. a te sembra la neve che cade a seppellire gli unicorni morti nella notte. a te sembra l’inverno, non la primavera.
quello che vedi tu, attraverso la nebbia, sono persone nere vestite a festa, che si dibattono imprigionate in crudeli sbarre indistruttibili, e pur dibattendosi senza quasi più respiro le accarezzano, e le invocano come unica salvezza.
quello che vedi tu, rannicchiata in fondo alla tua gabbia, è un mondo tagliato da quelle sbarre, e pensi a quelle feroci corde fermate con strani nodi, che servono a imprigionare le persone sempre più forte, ogni volta che si muovono.
pensi che la primavera arrivi quando la neve smette di cadere. pensi che, se continui a sperare, non ci sarà nessuna rinascita, ma solo altri fiocchi a coprirti durante la notte, finché non ci sarà più mattina né suoni musicali a richiamarti dalle torri della città che non esiste.
quello che speri, fortemente, è di smettere di sperare.

giovedì 20 marzo 2008

la donna che scambiò il blog di qualcun altro per un ansiolitico

(roma)

ecco perché amo tanto quel blog. perché io sono
così
esattamente così.
a parte un piccolo dettaglio.
io, prima di uscire, oltre a gas ed elettricità (e posaceneri) controllo anche che il contatore dell’acqua non stia girando, il che sarebbe evidente prova di rottura di un tubo; al momento non manifesta, ma pronta ad allagare la casa appena esco dal portone.

lunedì 17 marzo 2008

Negativo di felicità

(basket city)

Tornavo dalla piscina, dove una nazista con la faccia di posh spice e gli occhi di satana fatto di crack aveva dato il colpo di grazia al mio sistema osseo-scheletrico-muscolare, quando, in ascensore, fra il terzo sottoterra e il terzo sopraterra circa mi è venuto questo pensiero.
Mio padre.
Quando mio padre morirà non ci sarà più nessuno al mondo che potrà capirmi completamente. Nessuno che sappia in che senso penso una cosa. Nessuno che guardandomi capisca esattamente cosa mi passa in testa.
Poi ho pensato: il puzzola.
Lui, a modo suo, un modo misterioso e inspiegabile, capisce. Non condivide, ma capisce. Lui mi guarda e ci arriva prima di me a quello che penso.
Ma il puzzola, voglio dire, non potrà mica durare per sempre.
E allora, ho pensato, sarò completamente sola al mondo.
Unica e incompresa in un mondo di diversi da me.
Ma poi ho ricordato.
Che esistono affinità che vanno al di là della condivisione della quotidianità, al di là del mondo in cui si vive, e anche si pensa, a volte.
Ecco io ho di fortunato nella vita di averne incontrate di persone affini.
Gli amici te li scegli, gli affini no. E forse è per questo che mi riesce meglio.
E magari è la volta che conosco un affine maschio, se capisci cosa voglio dire.

domenica 16 marzo 2008

Where estrogen rules

(Bologna)

E' da un po' che ci rimugino su: hai presente quella vecchia canzone di endrigo che credo si chiami "io che amo solo te"?
Pensavo: vedi, una si trova per le mani uno che per comodità chiameremo il puzzola, che come dice la canzone " c'è gente che ama mille cose e si perde fra le strade del mondo io che amo solo te mi fermerò e ti regalerò quel che resta della mia gioventù". Uno che stringi stringi non ha nulla che sia reale che lo chiami, che ti incontra, e a modo suo, ti dice sostanzialmente questo.
Tu che fai, ne approfitti? Lasci che la sua precipua e più urgente attività sia amarti, adorarti e venerarti, fin che dura?
No. Perché siccome sei persona di nobile animo, e sì, anche perché bisogna dirlo, ecco, anche tu insomma nutri sentimenti e speranze verso di lui, fai di tutto perché abbia una vita sua.
Gli dici dai studia, dai perché non entri anche tu nell'era digitale e ti fai un computer, dai perché non cerchi un lavoro, dai, fatti degli amici, che non si sa mai, magari riesci a non diventare asociale come me.
Insomma, catalizzi e corrobori i sani istinti di un maschio in età fertile, affinché egli trovi un suo posto nel mondo, si liberi di tutte le cazzate di cui ha piena la testa, sviluppi i suoi talenti e i suoi sesterzi.
E alla fine, dopo 5 anni 5, ti ritrovi a maledire il giorno in cui lo hai convinto che sì, era proprio ora di acquistare quella macchina infernale di cui ora è divenuto propaggine, e a lamentarti che non ha tempo e soprattutto- che dio lo fulmini- testa per venerare e adorare la tua pregevole personcina.
E si è pure laureato prima di te!
Voglio dire: perché essere così autodistruttivi in modo fottutamente costruttivo, ma per gli altri?!?

PS: Come ben sai la mia vita immaginaria/parallela è sempre stata molto più affollata e movimentata di quella reale. Infatti ho avuto almeno un fidanzato famoso, uno con cui mi sono solo divertita per un po', ho fatto la piratessa, la statua in un giardino romantico, l'emula della stella della senna la notte prima di dormire. Attualmente ho una donna delle pulizie immaginaria: si chiama Abissynia, ma io la chiamo Abi. Ha un marito, Cab, e un bambino un po' paffuto dall'aria non tanto intelligente, Iban.
Mi viene in mente ora che il mio famoso fidanzato immaginario, aveva, sempre nella mia immaginazione, anche un fratello immaginario, più brutto di lui, che viveva in cantina, alimentandosi solo con cibi sottili e lunghi(soprattutto pizza), e che scriveva i libri al posto suo. Poi deve aver fatto una brutta indigestione, e i libri deve aver cominciato a scriverli il fidanzato immaginario. Peccato, erano molto meglio prima.

sabato 15 marzo 2008

eliminare dopo quattro settimane dalla prima apertura

(roma)

e la mattina ti svegli, ti alzi, ti fai il caffè e lo bevi seduta sulla tua sedia preferita; e poi vai davanti allo specchio del bagno per metterti il collirio, congiuntivite allergica, benvenuta primavera.
e metti la prima goccia nell’occhio destro e ti viene in mente che c’è una persona di cui non hai notizie da mesi, e per quanto ne sai potrebbe essere morta. e ci pensi su un attimo, mentre sbatti le palpebre perché il collirio ti dà fastidio, e pensi a questa persona che è stata nella tua vita per cinque anni, che è stata una delle persone più importanti della tua vita, che è stata, in un certo momento, la persona più importante della tua vita, e pensi, che ne sai, un incidente, non lo sai, in effetti, potrebbe essere rinchiusa in una bara da mesi, questa persona che è stata la più importante della tua vita, potrebbe essere morta, e la tua reazione è, (per quanto ne sai potrebbe essere morta), è che apri bene l’occhio sinistro e metti una goccia di collirio e poi sbatti le palpebre. perché un po’ il collirio ti dà fastidio.

e pensi che a volte ci sono dei fatti che non sono fatti ma informazioni. perché il fatto esiste ed è tangibile e cambia la tua vita, e l’informazione è aria, suono, segno intangibile, e una persona che non è più nella tua vita e non ci sarà mai più, se muore, non è un fatto. e siccome sai che comunque ci resteresti male, ti dispiacerebbe, moltissimo, anche, eh, che mica sei un mostro, ma sarebbe del tutto inutile, allora pensi che quel genere di informazione è meglio non averla. tanto non cambierebbe assolutamente nulla. e allora pensi alle persone più importanti della tua vita che poi diventano fatti e poi diventano informazioni e poi più nemmeno quello, e metti il collirio in frigo, perché il collirio si deteriora velocemente, ha una data di scadenza che non puoi ignorare, nel momento in cui lo apri lo condanni a morte certa, il collirio scade e non puoi farci niente, e con tutto quello che ti è costato, poi. con tutto quello che ti è costato.

lunedì 10 marzo 2008

oggi indosso la giacca dell'anno scorso, che così mi riconosco, ed esco (morgan)

(roma)

non so. è un po' che ci penso.
sarà il periodo, ma secondo me è una di quelle frasi
mah
geniali? perfette? aldilà?
non saprei.
una di quelle frasi che a te non venivano, insomma, però in effetti è tutto lì, e menomale che a qualcun altro sono venute. perché non solo non avresti saputo come dirlo, ma nemmeno riuscivi a pensarlo, e avevi assolutamente necessità di pensarlo, così.

per essere precisi, sarebbe:

oggi indosso
la giacca dell'anno scorso
che così mi riconosco
ed esco


che in certi momenti le pause sono fondamentali.

mercoledì 5 marzo 2008

max

(roma)

il mio primo fidanzato invisibile si chiamava hans. avevamo una storia bellissima, eravamo felici, ci divertivamo tanto insieme. purtroppo un giorno ho presentato sua sorella greta a un mio amico di milano; lui ha deciso che tra loro non c’era feeling, e l’ha cacciata di casa. non siamo più riusciti a trovarla (trovare le persone invisibili non è per niente facile) e hans non me l’ha mai perdonata. è finita così, e ancora un po’ lo rimpiango.
guappo l’ho conosciuto circa un anno dopo, a una festa. con lui ci siamo lasciati per colpa mia: non riuscivo proprio a sopportare i suoi amici. anche se non posso dire che li vedessi spesso.
quando ho conosciuto max ho pensato, finalmente uno con un nome quasi normale. con max, per ora, va tutto bene. stamattina abbiamo fatto una lunghissima passeggiata in centro; abbiamo girato per librerie, negozi d’arte, musei. siamo una coppia discreta: in pubblico al massimo ci teniamo per mano, non parliamo quasi, ci guardiamo e ci sorridiamo. io controllo che nessuno lo investa; questa città è incredibile, quando attraversi fanno tutti finta di non vederti.
max è paziente e comprensivo. sa che sto cercando un regalo per un altro uomo, e alla scusa che gli ho imbastito, che si tratta di un regalo d’addio, non ha creduto nemmeno per un secondo (è invisibile, non è mica scemo). però non gli importa, perché sa che non deve preoccuparsi. lui è molto più presente, più gentile, sensibile. non mi ferisce mai, non dice mai niente di sbagliato, è attento, sa che basta poco per farmi felice, e pochissimo per farmi male. è così perfetto che quasi non sembra vero. ed è molto, molto più visibile.

lunedì 3 marzo 2008

Ode al quarzo citrino

(Bologna)

Apprendo or ora che il quarzo citrino è la pietra che fa per noi, in questo momento.
Pare infatti che:
-migliori la circolazione linfatica
-faciliti l'assimilazione delle vitamine A, C ed E, unitamente allo zinco ed al selenio, fondamentali per una pelle ben idratata, giovane ed elastica;
-solleciti il metabolismo
-esalti l'energia terapeutica del corpo
-disintossichi i corpi fisici, emozionali, mentali, attenuando le tendenze autodistruttive e aumentando la stima di sé
-dia contentezza e gioia, eliminando malinconia e depressione
-agevoli la liberazione dalle "idee fisse", veri e propri condizionamenti
causati dall'educazione ricevuta, sociale e professionale
-favorisca la capacità di scelta, la chiarezza d'idee
-aiuti a trovare la strada giusta per la propria evoluzione
-sia consigliato alle persone indecise, più inclini alla riflessione che all'azione
-nella meditazione si usi quando si vogliono risolvere problemi materiali
che riguardano i soldi, i rapporti interpersonali, l'alimentazione
-a livello terapeutico venga utilizzato per rafforzare il plesso solare, scaricandone le emozioni connesse con l'infanzia e con l'ansia
-e in definitiva sia la pietra migliore da usare quando si cerca di venire a capo
di questioni riguardanti l'esistenza terrena,come problemi di affari, di educazione, di rapporti interpersonali o familiari, essendo un ottimo talismano per la conquista di obiettivi pratici e il raggiungimento di posizioni sociali importanti

Insomma il quarzo citrino è nostro amico, da sempre, anche da prima che noi ne conoscessimo l'esistenza, cioé fino all'altro ieri.
Il quarzo citrino è la svolta.
Il quarzo citrino sostituisce Quelo nella nostra personale teologia.
Il quarzo citrino è quasi tutto (solo il nero è tutto), e può quasi tutto.
Ma la cosa importante è che possa quello che si è detto sopra.

Pensavamo di avere bisogno di tante cose: psicanalisi, affetto, trattamenti estetici, riconoscimenti, colpi di fortuna, e invece...

ATTENZIONE: questo post contiene messaggi subliminali occulti. Se siete la persona che mi ha regalato la pietra citata, quella che dovrebbe sparire al più presto dalla mia vita, o il fato sovrano di ogni cosa leggete il testo al contrario e avrete quello che vi meritate.

sekai no owari to hardboiled wonderland

(roma)

una settimana fa le mie difese immunitarie sono uscite per andare a comprare le sigarette. oggi mi è arrivata una cartolina dal messico. pare stiano bene. loro.
ieri il quartiere-paese si è svegliato nella nebbia. io e il gatto abbiamo osservato il mondo dalla finestra in cerca di punti di riferimento, e abbiamo incrociato lo sguardo del cane dei dirimpettai, appoggiato col mento su un muretto, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che hanno i cani che osservano la nebbia. poi è arrivato il sole e ha rovinato tutto. alla nebbia uno si abitua. ci si affeziona anche.
oggi invece è tutto grigio, e io tossisco e non favello. rifletto sugli anni che passano, le persone che cambiano, le ombre di tanti peter pan che continuano a staccarsi, punto dopo punto. in questi giorni dovrebbe uscire la ristampa di un romanzo ambientato, in parte, in un paese in cui agli esseri umani vengono tolte le ombre. mi sono ricordata quello che succede a una persona senza la propria ombra. so anche quello che succede a una persona senza l’ombra di qualcun altro; e, stavolta, non mi va.
non c’entra nulla, o forse un po’ sì, ma, per quanto riguarda me, sanremo 2008: primo, max gazzè, il solito sesso; secondo, tricarico, una vita tranquilla; terza, la gialappa’s; premio della critica, elio e le storie tese, e ce lo ricordiamo anche qui che l’altra volta c’era una persona in più.