(roma)
stamattina sono passata dal veterinario per dirgli che credo di avere quella cosa all’anca che hanno i pastori tedeschi. lui mi ha risposto che non posso avere quella cosa all’anca che hanno i pastori tedeschi perché non sono un pastore tedesco. che ne sa lui? ora, solo perché non mi affaccio in finestra tutte le domeniche a scandire la resistenza è inutile sarete assimilati, non vuol dire che io non possa essere un pastore tedesco.
poi sono passata al discount e sono arrossita davanti al commesso quello carino che è convinto che io sia un’alcolista (se lui sta sempre davanti allo scaffale delle birre però non è colpa mia) (o forse sta sempre davanti allo scaffale delle birre perché spera di incontrarmi) (il che comunque la direbbe lunga sulla buona impressione che devo avergli fatto). poi ho incrociato il fratello del fratello secsi del manovratore, cioè il manovratore in persona. stavo passeggiando, quindi non ho rinsaldato le convinzioni familiari sul mio stile di guida.
sabato invece ho deciso di modificare leggermente il primato che detengo, di unica persona al mondo che sia andata in pellegrinaggio nel condominio dove scola ha girato una giornata particolare, senza aver visto una giornata particolare, e trasformarmi in unica persona al mondo che sia andata in pellegrinaggio nel condominio dove scola ha girato una giornata particolare, prima di aver visto una giornata particolare. insomma sono andata a vedere una giornata particolare.
io ho un problema coi filmati dell’epoca fascista. mi viene da ridere. ma tanto, tantissimo. allora una volta pensavo che mi venisse da ridere in quel modo isterico, come quando ti dicono che è morto qualcuno o che è successa qualche tragica tragedia e ti scatta il sorriso idiota e imbarazzantissimo da stress da lutto. e invece no. ho capito che mi viene da ridere perché sono ridicoli, tutto qua. oltretutto la signora accanto a me non è che abbia migliorato moltissimo la situazione, perché appena è apparso illo in persona se n’è uscita con un magnifico ‘tacci tua!, e quando è apparso l’amico tedesco di illo è sbottata con mavaffanculo. quindi io il meraviglioso pianosequenza iniziale del film l’ho visto attraverso le lacrime.
però l’ho visto. e ho pensato che l’impressione che stava facendo a me vedere il condominio sullo schermo dopo averlo visto dal vero, doveva essere uguale e contraria all’impressione che aveva fatto a te vedere il condominio dal vero dopo averlo visto sullo schermo.
poi sono uscita e ho guardato in su alla ricerca di aerei a forma di rondine, ma non ce n’erano. in compenso c’era la pioggia col sole, che filtrava attraverso le due file di alberi del viale di villa borghese, ed era tutto di un color oro semplicemente incantevole. e tu in quel momento saresti stata capace di dire la frase perfetta che poi qualcuno avrebbe potuto usare come incipit di un romanzo; io no, mi sono limitata a guardare.
lunedì 26 gennaio 2009
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6 commenti:
Ma che figata.
(purtroppo neanche a me vengono le frasi da incipit, però dovevo dirlo)
era una notte buia e tempestosa. all'improvviso echeggiò un "ma che figata".
capolavoro.
sul serio, eh.
Abbi pazienza se latito: è un periodo in salita, e pare che ogni giorno la pendenza aumenti...
Bel pensiero, grazie.
attenta a non cappottare.
Pero'
"La displasia della mia anca"
sarebbe un titolo splendido per un romanzo post-post moderno
spider
la solitudine delle anche tedesche.
best-seller. sicuro.
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