giovedì 6 dicembre 2007

Credo tu abbia usato troppo inglese negli ultimi post

(bologna, madrelingua)

perché ora il pannello di controllo e tutto il resto dei titoli, le etichette è in inglese. O forse è stato blogger a tradurre parte dei tuoi post per adattarli alla sua linea editoriale.
Comunque.
Ieri sera, guardando House, mi sono accorta di una cosa che mi ha dato un certo fastidio: nel telefilm i personaggi medici sono trattati come se fossero diversi dagli altri esseri umani. Mi spiego: vengono agiti da altri per tutto ciò che non riguarda strettamente la loro professione. Se devono difendersi in una causa per negligenza è il loro avvocato che raccomanda di non tirarsi la zappa sui piedi. O se devono farsi avanti con qualcuno sono i pazienti che gli devono spiegare come dove e quando. Come se fossero dei robot-medico, non degli esseri umani che incidentalmente nella vita fanno i medici.
E forse è così, perché in un altro telefilm ospedaliero, Grey's anatomy, un'ortopedica dice che loro, gli specializzandi, hanno speso tutta la vita fin lì a studiare e sgomitare per diventare chirurghi, senza passare attraverso tutte quelle esperienze formative tipo innamorarsi, stare insieme, lasciarsi, stare male, riprendersi (pare non ne avessero tempo),e quindi ora hanno l'emotività di un quindicenne.
Da qui due cose: o i medici sono una razza a parte, o lo sono gli statunitensi, o entrambe le cose.

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