giovedì 15 ottobre 2009

pini

(roma)

questa è la stagione in cui anche i pini partecipano al gioco ideato dal pianeta terra “una soluzione creativa per liberarsi di questi inutili parassiti bipedi che ci infestano da un po’ troppo tempo”. cioè, la mattina, per raggiungere la stazione del quartiere-paese, devo percorrere un chilometro di campo d’addestramento su come schivare pigne e contemporaneamente non scivolare sugli aghi di pino. vanto un record personale di ben due metri e 25 cm in linea retta; per il resto è tutto uno zompettare e scivolare qua e là. ora, io questa faccenda della necessità dell’estinzione del genere umano un po’ la capisco pure, cioè, trovo perfettamente comprensibile che la terra voglia farci fuori tutti, visti i casini che combiniamo. però essere fatta fuori alle otto di mattina con una pigna in testa è qualcosa che oltrepassa le mie capacità di empatia coi pini, tutto qui.
comunque, ogni mattina mi faccio un chilometro di percorso di guerra tutta tesa a non estinguermi, un’ora di treno e metro varie, arrivo in ufficio, mi guardo intorno, faccio quello che posso, poi mi alzo, dico ci vediamo fra un po’, e mi faccio un’altra ora di metro a vuoto. semplicemente per allontanarmi da lì, finire dall’altra parte della città, passeggiare cinque minuti, fumare una sigaretta e poi tornare indietro.
a parte che, sì, chiaramente non sto proprio benissimo. ma è una roba che non ci si crede, tutti i pini che ci stanno in questa città. ora però mi sono ricordata di quella volta che ho rischiato di essere uccisa da un cartone del latte da un litro caduto dal quarto piano e precipitato a venti centimetri da me, esplodendo. che io sono pure intollerante al latte. cioè, lo ero già da prima, ma poi ritrovarmi completamente coperta di latte non ha migliorato molto i nostri rapporti.
ok, vada per i pini.
no, poi il senso era che oggi ho elencato a fm tutta una serie di cose che devo fare nei prossimi giorni, e lui ha ristabilito l’ordine corretto mettendo “morire” all’ultimo posto, dopo finire il libro che sto leggendo, finire di rivedere il romanzo, pubblicarlo e ricevere il nobel per la letteratura, e un po’ di altre cose. adesso tocca solo vedere se i pini sanno leggere. in realtà il senso vero è che uno può immettersi sulla strada giusta anche dalla strada sbagliata, forse. arrivare a un punto di stanchezza tale che o precipita definitivamente o si ritrova in carreggiata, in qualche modo. o se ne frega, esce e va a leggere qualcosa a un pino. magari gli piace.

2 commenti:

Pel(l)acani ha detto...

hai provato a portare un po' di pigne e aghi in metro e in ufficio? magari ti stanno solo chiedendo questo.

(s.) ha detto...

ma poi posso tirarle addosso a qualcuno, le pigne?