mercoledì 23 maggio 2007

Ai bambini buoni la dolce euchessina, quelli cattivi...che spingano!

(bologna)

Questa sera, come altre già, le mie penne e le mie piume sono bagnate. Non posso fare altro che stare qui e aspettare che si asciughino e lasciare che altri parlino per me e guardare la mia Manhattan padana che luccica...

"Amicizia: è un contratto tacito tra due persone sensibili e virtuose. Dico sensibili perché un monaco, un solitario, può essere una persona dabbene senza conoscere l'amicizia; dico virtuose perché i malvagi hanno solo dei complici, i libertini dei compagni di bisboccia, i politici dei faziosi, i principi dei cortigiani: solo gli uomini virtuosi hanno degli amici"

"- Papà, come si fa a diventare sereni?
- Lascia scorrere le cose, Vasco. Tu sei uno che pensa, che si guarda dentro, che ha una straordinaria sensibilità. Ci sarà sempre bisogno di persone come te. Capirai molte cose meglio degli altri. Questo ti aiuterà.
(...)
Zeno stava per proporgli una delle due copie che teneva in camera all'Ambos Mundos, dove s'era appena trasferito, qunado due turisti, in apparenza tedeschi...in un inglese disastroso chiesero se c'era posto.
Homero non si alzò neppure dalla sedia.
- Allora Lady Macbeth?
- Muore soffocata dalla sua follia.
- Ah, e Macbeth che fa , quando lei muore?
- Dice: sarebbe dovuta morire prima o poi. Quella di Macbeth per la sua Lady era una dipendenza. se ti liberi dalla droga, un po' sei contento un po' ti fa paura. Macbeth a quel punto è solo, senza il suo sostegno. Sente arrivare la fine. E' così che tira fuori un monologo bellissimo, ancora più bello di quello di Amleto. Spegniti spegniti corta candela... la vita è una storia raccontata da un idiota...
Pioveva forte adesso.
La pioggia mitragliava il selciato. s'era alzato un vento incarognito che turbinava cartacce zuppe e petali di geranio.
- Dimentica, dimentica, ti dicono...passiamo un mucchio di tempo a dimenticare. Passiamo un sacco di tempo a cancellare altro tempo. Siamo macchine con troppa memoria. E un'avversaria invincibile.
- Un'avversaria invincibile?
- La morte, comandante. La morte è un'avversaria così sicura di batterci che ci lascia tutta una vita di vantaggio.
- Gentile, ti pare? Forse per questo dovremmo approfittare della vita. Non farci soffiare il vantaggio da chi ce la rovina.
- Già, è quello che dicevo a mio figlio. Una certa mattina, a Genova."

E poi dicono di non scegliere i libri dalla copertina...

Grazie monsieur Voltaire e Don Garbarino per le parole.
E al mio mondo parallelo per la pazienza.

Guaranteed metapensiero free by Muller& Thurgau 2.0



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