sabato 12 maggio 2007

qui lo dico e lì lo negano

(roma)
stamattina mi sono svegliata con l'occhio destro gonfio e completamente chiuso; gentile omaggio di madre natura che distribuisce polline a secchiate, in questo periodo, possibilmente in faccia a chi è allergico. imprevisto che ha scombinato i miei programmi: volevo andarmene a san giovanni, al family day. no, pennuta, tranquilla: il polline non mi è arrivato al cervello, né sono stata rapita e clonata dagli alieni. sono semplicemente curiosa di incontrare un tipo umano che finora mi è sfuggito. delle persone contrarie ai dico, che sventolano lo stendardo della famiglia come dio comanda, per ora ho selezionato tre categorie: quelli che "gli omosessuali mi fanno senso"; sentimento, presumo, gaiamente ricambiato, visto che l'idiozia è sempre un po' ripugnante. quelli che "l'economia italiana non è in grado di reggere" pensioni di reversibilità, assegni familiari e così via; il che è vero, ma se è per questo non regge un granché bene nemmeno scuola pubblica, assistenza sanitaria gratuita e quant'altro: allora 'fanculo a tutti i diritti e andiamocene nella giungla col coltello fra i denti, anzi, aspettiamo che la giungla raggiunga noi; visti i cambiamenti climatici in corso, non toccherà nemmeno aspettare troppo. quelli che "loro vogliono i diritti e non vogliono i doveri"; questi, lo confesso, mi ispirano una certa tenerezza: danno l'idea di essere invidiosi. non mi ricordo di chi sia la battuta "sono contrario ai privilegi del clero: voglio l'abolizione del celibato", ma più o meno è tutto qua: in fondo pensano, embè, e perché io mi sono dovuto sposare e tu no? mal comune mezzo gaudio. la categoria che è del tutto al di fuori della mia portata, è di quelli che ci credono davvero, che i dico distruggeranno la famiglia. questa gente esiste. gente convinta che una convivenza, etero o omo che sia, sia in grado di annientare le basi del viver civile, far fondere istantaneamente tutte le fedi agli anulari dei timorati di dio, sparpagliare per gli angoli delle strade pseudo-orfani senza arte né parte, provocare invasioni di locuste, sette millenni di vacche magre, terrore miseria e morte. volevo andare a vederli di persona, scambiarci due parole, farmi un'idea. invece me ne resterò a casa, a farmi impacchi di camomilla sull'occhio; con la mansueta e tiepida certezza che, qualsiasi battuta verrà fatta da quella parte, oggi e in futuro, dal palco di san giovanni e altrove, su divorzio, aborto, gay, convivenze, famiglia, nessuno scriverà editoriali infiorettati da etichette assurde, i palazzi del potere non sobbalzeranno indignati da alcunché, ma se ne resteranno tutti tranquilli a farsi impacchi di camomilla su cuore, fegato, cervello, e qualsiasi altra parte del corpo a loro piaccia.

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