domenica 24 giugno 2007

とすると

(roma)

il giapponese è una lingua che sa essere, a volte, lievemente ostica. ho passato quattro anni a chiedermi quale aspetto fosse peggiore, tra una grammatica elaborata da schizofrenici, qualche migliaio di segnetti assurdi che hanno fatto scempio della mia miopia, e la comprensione all’ascolto di gente che sembra sempre ti stia mandando a cagare, anche quando dice ciao come stai.

ora, ho capito. la cosa peggiore del giapponese è cercare di convincere il mac a usare le font. ce le ha, lo ammette candidamente. ne ha di quattro tipi diversi, addirittura. ma non è disposto a usarle in word. è disposto a farne qualsiasi altra cosa: esportarle nella lavatrice, nella caldaia, prestarle alla vicina di casa, farci giocare il gatto, tutto, ma usarle per scrivere, mai. posso inserire un carattere alla volta, se voglio, andandomelo a scegliere nello spazio apposito. tempo medio impiegato per scrivere due righe: mezz’ora.

(perché, maremma suina, perché?)

dopo giorni di tentativi disperati, quello che ho ottenuto, stamattina, è stata la misteriosa e inspiegabile comparsa di un’icona in alto a destra, tra il volume e la batteria, con la bandiera italiana: se ci clicki sopra, il mac ti informa che stai scrivendo in italiano.

cioè.

sfotte pure.

comunque, ostica o no, questa lingua a volte ha le sue magie. la mia preferita è to suru to. la formula che serve a giocare. la traduzione sarebbe, facciamo che. facciamo finta che. tipo: i bambini che giocano e dicono, facciamo che io sono il cavaliere e tu il mago. ecco, quello è to suru to.

io passo buona parte delle mie giornate in modalità to suru to. credo di aver passato la maggior parte della mia vita, in modalità to suru to.

viene meglio con sottofondo musicale, soprattutto con gli auricolari. viene bene anche in autobus. senza auricolari. ma seduti.

lo fate tutti, penso. solo che non sapevate come si faceva in giapponese.

così.

3 commenti:

jovialiste ha detto...

Buona sera.
Che e mandala?
Arrivederci.

Anonimo ha detto...

il titolo di un libro che non ho ancora restituito in biblioteca. ok, ho una settimana di ritardo, vabbè, dieci giorni, però, minchia, passo domani, non era necessario venire a rintracciarmi fin sul blog...

Anonimo ha detto...

Muovi le chiappe e riporta quel dannato libro!