sabato 29 dicembre 2007

onda di suoni e amore

(roma, sicilia)

d’inverno è il mare. già dal traghetto, quando sei ancora nel treno ingoiato nella pancia del pescecane-nave.
lo vedi, immenso, dal ponte, e poi dai finestrini, e ti accompagna, lungo tutta la costa, fino alla tua piccola stazione.
lo senti se è in tempesta, e ti cullerà tutte le notti, perché a te quel suono battito di cuore madre piace.
ne inspiri l’odore ed è struggente ed è casa.
te lo sbatte in faccia il vento, anche se sei lontana, ti arriva sulla pelle e disseta e brucia.
lo senti sulla lingua quando la passi sulle labbra, e non è acqua e non è sale, è qualcosa di più e altro. è il mare.
e come ogni volta, quando torni, lo passi a salutare. scendi in spiaggia ed è deserta, e scivoli sui piccoli sassi che sono da sempre il tuo tesoro di pietre preziose. scivoli e rotoli e gli sei davanti e vi guardate, e lui quest’anno è più calmo, e tu anche. e lui ha più voglia di giocare, e tu anche. e vi toccate, lui nel suo abbraccio grande e caldo alla tua piccola mano fredda. quest’anno stai bene e non c’è nessuno che vorresti chiamare per fargli sentire la voce del mare, non c’è più nessuno e non c’è ancora nessuno, ci sei tu e in qualche tuo modo sei felice.

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