domenica 20 gennaio 2008

caramel

(roma, beirut)

lei lavora in un centro estetico. è l’amante di un uomo sposato. lui è il poliziotto di quartiere. è innamorato di lei. l’unico modo che ha trovato per riuscire a parlarle, è riempirla di multe. non proprio il massimo, quanto a strategie di conquista. il suo posto di guardia è dirimpetto al salone di bellezza, si belle.
lei trova il portafogli del suo amante in macchina, rientra al salone, prende il telefono, va in una stanza appartata, lo chiama. la stanza ha una finestra, la finestra è davanti a quella dell’ufficio del poliziotto. lui è seduto alla scrivania e la guarda. lei parla al telefono. lui le risponde. non ha un telefono in mano, non la può sentire, non sa chi sta chiamando, può solo guardarla. ma le risponde. le dice, è da tanto che aspettavo che tu chiamassi. lei gioca col filo del telefono. le dice della sua macchina, che lei parcheggia sempre in divieto di sosta per prendere in giro il poliziotto di quartiere. lei ride. le dice, mi guardi, ma non mi vedi.
c’è qualcosa di poetico, eroico e struggente, negli innamorati non corrisposti. e delicato. è qualcosa di fragile e sorridente, un velo gratuito, così in bilico, rispetto al vento che soffia, ai giorni che passano, alle guerre che scoppiano, agli aerei che decollano e atterrano, ai passi che risuonano nelle piazze del centro. alle parole che si leggono, si guardano, ma non si capiscono, non si vedono.

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