lunedì 18 febbraio 2008

ho smesso di fumare. vivrò una settimana di più, e in quella settimana pioverà a dirotto (woody allen)

(roma)

comunque, alle sigarette va riconosciuto che hanno una loro coerenza. cioè, faranno danni su danni, non dico di no, ma di fondo sono oneste. le sigarette non dicono mai di volerti bene mentre ti fanno del male. non dicono mai niente, se è per questo.
tu spieghi alle sigarette che ti stanno nuocendo gravemente alla salute e che hai deciso di smettere, e loro cosa fanno? niente. assolutamente niente. si è mai vista una sigaretta che cerca di far naufragare i tuoi tentativi di smettere, mandando sms tipo, non ti ho dimenticata? mai.
tu vai da una sigaretta e le dici che è un periodo che non stai bene, che dipende da lei, che hai bisogno di riprendere fiato, che quantomeno vorresti provare a stare una decina di giorni senza fumare. e la sigaretta tace e non fa nulla. non è che, tempo nemmeno 48 ore, ti sbuca davanti all’improvviso per parlarti, tutta carina e gentile e sbaciucchiante. la sigaretta non lo fa. se vuoi fumare, esci e ti cerchi le sigarette. se non vuoi fumare, le sigarette non si fanno vive a casa tua da sole, non ti chiamano, non mandano mail o messaggi, non ti contattano in msn.
se lo facessero, ci sarebbe da chiedersi perché. ci sarebbe da andare lì e dire, ohi, sigaretta, ma sei bastarda inside, eh. ma cosa vuoi? ma perché fai così? ma fatti un esame di coscienza, cos’è, puro egoismo, il tuo? totale mancanza di comprensione, sensibilità, rispetto per me, i miei sentimenti e le mie vie respiratorie? cioè, tu adesso, sigaretta, mi spieghi per quale motivo ti comporti così. su, forza, sentiamo. allora?

poi invece ci sono gli accendini, che spariscono senza dirti niente, che scompaiono dalla tua vita all’improvviso, che anche se li cerchi ovunque non li trovi più. ma quella è un’altra storia. e comunque bisogna vedere se erano ricaricabili.

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