mercoledì 13 febbraio 2008

signor guglielmo, teletrasporto.

(roma)

caro signor guglielmo,
oggi non è stata una gran giornata, per me. mi sono svegliata male, la mattinata è stata grigia, il pomeriggio non le dico. ho discusso con una persona a cui voglio bene, ho rovistato in tonnellate di lavoro arretrato senza concludere nulla, ho perso tempo a dar retta a gente che non avevo voglia di stare a sentire, sono dovuta andare al suo funerale. una giornataccia.
il prete si è pure messo a fare distinguo fra credenti e non credenti, fra chi era andato lì invitato da cristo, e chi c’era andato invitato dai parenti. me, non mi aveva invitata nessuno, né cristo né i suoi parenti. è che lei mi stava simpatico. mi divertivo a vederla trotterellare nell’androne sul suo girello, ridacchiavo quando si incazzava a morte per chissà quale motivo e la sentivo urlare per tutto il palazzo, mi piaceva quando tornavo a casa con le buste della spesa in mano e ad aprire il portone ci pensava lei. si chiacchierava un sacco, noi due.
ora, lasci perdere che io non ho mai capito cosa dicesse lei, perché dopo l’ictus non è che articolasse proprio bene le parole, eh; e lasci perdere che probabilmente anche lei non ha mai capito cosa dicevo io, visto che mi rispondeva sempre tutta un’altra cosa. in effetti il bello era lì. che io la incontravo, e lei diceva qualcosa, e io le rispondevo, e lei mi rispondeva, e andavamo avanti per minuti buoni così. e io non saprò mai cosa diceva lei; ma, nell’ultimo anno, io le parlavo di me. lei apriva il portone e parlava, e io le rispondevo, sa, ieri ha chiamato davide. e lei ribatteva, beh, non ho idea di cosa ribattesse lei, ma io le spiegavo, no, abbiamo litigato, perché. lei diceva qualcos’altro (secondo me, mi dava ragione), e io continuavo. in effetti, signor guglielmo, se lei mi capiva, conosceva la mia vita meglio delle mie più care amiche.
ecco, vede, domattina tornerò a casa con le buste della spesa e non troverò le chiavi, e dovrò arrangiarmi, perché lei non starà facendo su e giù nell’androne col suo girello e non mi potrà aprire. non mi dirà qualcosa che io non capirò, e io non potrò risponderle che, insomma, è qualche giorno che sono un po’ giù. lei non aggiungerà che, boh, vai a capire, e io non potrò spiegarle che poi oggi è anche successo che. e siccome non mi va di parlarne con nessun altro, è veramente un gran casino, che lei se ne sia andato. e però, signor guglielmo, teletrasporto. energia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

molto meglio. decisamente.

Anonimo ha detto...

ma infatti.

(cosa?)