lunedì 3 marzo 2008

sekai no owari to hardboiled wonderland

(roma)

una settimana fa le mie difese immunitarie sono uscite per andare a comprare le sigarette. oggi mi è arrivata una cartolina dal messico. pare stiano bene. loro.
ieri il quartiere-paese si è svegliato nella nebbia. io e il gatto abbiamo osservato il mondo dalla finestra in cerca di punti di riferimento, e abbiamo incrociato lo sguardo del cane dei dirimpettai, appoggiato col mento su un muretto, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che hanno i cani che osservano la nebbia. poi è arrivato il sole e ha rovinato tutto. alla nebbia uno si abitua. ci si affeziona anche.
oggi invece è tutto grigio, e io tossisco e non favello. rifletto sugli anni che passano, le persone che cambiano, le ombre di tanti peter pan che continuano a staccarsi, punto dopo punto. in questi giorni dovrebbe uscire la ristampa di un romanzo ambientato, in parte, in un paese in cui agli esseri umani vengono tolte le ombre. mi sono ricordata quello che succede a una persona senza la propria ombra. so anche quello che succede a una persona senza l’ombra di qualcun altro; e, stavolta, non mi va.
non c’entra nulla, o forse un po’ sì, ma, per quanto riguarda me, sanremo 2008: primo, max gazzè, il solito sesso; secondo, tricarico, una vita tranquilla; terza, la gialappa’s; premio della critica, elio e le storie tese, e ce lo ricordiamo anche qui che l’altra volta c’era una persona in più.

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