martedì 20 maggio 2008

non dire una parola che non sia d'amore

(roma)

volentieri, ma non la trovo sul vocabolario.
io ho avuto giornate terrificanti, volevo dirlo. che sono forse finite, conoscendole no, ma sono state davvero terrificanti. così terrificanti, che mi ero completamente scordata che si avvicinava il 20 maggio, il giorno che una si sveglia e pensa l’amore splende. proprio dimenticata, io. ho vissuto queste giornate terrificanti (ho passato qualche giorno complicato, si era capito?) del tutto immemore che.
poi stamattina mi sono svegliata, e ho pensato che qualcosa splendeva. o meglio, anzi, o peggio: ho pensato a qualcosa che splendeva. e dopo aver pensato parecchio, mi sono ricordata che oggi era il giorno che. e sono stata presa dal panico.
ho dovuto riavviare che si era bloccato tutto, e lì per lì sembrava che andasse tutto bene, che in effetti era comparso il solito messaggio di avvio, arghcaffèargh. poi però.
comunque ci ho pensato bene su e ho cercato con attenzione, sotto il tappetino della camera da letto e quello della cucina e quello in bagno no che l’ho lavato, e nell’armadio e dietro i libri e, insomma ovunque, e non mi sembra di aver trovato nulla che rientrasse nella definizione di amore, almeno in quella che io penso sia la definizione di. però poi mi sono resa conto che io dentro di me ho più o meno un’idea, un’immagine, un qualcosa di astratto e svolazzante che dovrebbe all’incirca corrispondere a, ma poi in effetti, a parole, cosa sia l’amore non lo so.
allora ho preso il vocabolario e ho cercato amore. quello di italiano, prima. poi quello di inglese e quello di francese e, maledizione, anche quello di giapponese, il popolo più avaro a definire le emozioni di tutta la galassia, e ho scoperto che tutti, in qualsiasi parte del mondo, sanno dare una definizione dell’amore, tranne me.
quantomeno piove, che è già qualcosa.
un giorno, mia adorabile pennuta, e per un giorno intendo forse tra mezz’ora forse domani forse mai, che poi in fondo cosa cambierà nella nostra vita, assolutamente nulla, un giorno ti racconterò dell’unica volta nella sua esistenza in cui questa personcina che ti scrive si è confrontata con la sconcertante esperienza del colpo di fulmine. che, su cosa sia successo quando questa personcina si è confrontata con la sconcertante esperienza dell’amore, hai già letto quasi tutto, ormai.

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