mercoledì 9 luglio 2008

ovina saggezza

(roma, angolo sperduto del quartiere-paese)

sono uscita e sono andata di nuovo dalla pecora. la pecora è una pecora. lo so che ho l’abitudine di dare soprannomi alle mie amiche, la pennuta, la rana, poi uno legge la pecora e pensa che sia chissà chi. è proprio una pecora. vive in un angolo che non conoscevo del quartiere-paese. me la sono trovata davanti un giorno mentre andavo in perlustrazione; poi, quando sono tornata a trovarla, mi ha dato dei buoni consigli. insomma, se murakami può parlare con un uomo-pecora in ben due romanzi, io potrò passare qualche minuto a parlare con una pecora-pecora. così non sto sempre a discutere col bastone della pioggia o con l’albero di natale nano.
oggi mi ha guardata e mi ha chiesto, beh? e io le ho spiegato tutto, nei limiti in cui riuscivo a spiegare, nei limiti in cui riuscivo a capire. e lei mi ha scrutata con quella sua faccia un po’ perplessa un po’ seccata, e mi ha rimproverata:
- cosa ti avevo detto, io?
- di stare all’ombra - rispondo.
- e poi?
- che gli esseri umani sono stupidi perché stanno al sole.
- e poi?
- di bloccare cuore e mente fino a domani.
- ed è domani, oggi?
- no, oggi è indiscutibilmente oggi, ma tu domani me l’avevi detto ier...
- e allora torna domani.
- ma ormai è oggi.
- non esiste l’ormai. potrei anche lanciarmi in una dotta disquisizione sul fatto che non esista nemmeno l’oggi, ma sei troppo stupida per capire.
che poi anche questo è verissimo.

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