giovedì 25 settembre 2008

la miglior difesa è la fuga

(roma)

il bastone della pioggia mi ha rimproverato il fatto di non imparare mai dai miei errori. non sono per niente d’accordo. io imparo tantissimo dai miei errori, infatti ogni volta li faccio meglio. dieci anni fa non me lo sognavo neanche, il potenziale autodistruttivo di cui posso andare fiera adesso. il bastone della pioggia sostiene che, no, non è esattamente questo che si intende, quando si parla di imparare dai propri errori.
va bene, ma allora spiegatevi meglio, eh.
comunque ieri sera all’improvviso ho realizzato che sono a roma. considerato che sono tornata sabato, non si può dire che io abbia dato sfoggio di una spettacolare prontezza di riflessi. come sempre, del resto. cosa io abbia fatto da sabato a ieri, non mi è molto chiaro. so che ho avuto una torta di compleanno con una settimana di ritardo, che ho spento una candelina, che al momento di esprimere il desiderio ho considerato il fatto che i miei desideri non si avverano mai, ma che c’è sempre l’eccezione (cioè, per me ancora non c’è stata, ma non si sa mai); allora ho scelto un desiderio di grado intermedio, che se si avvera sono contenta ma da cui non dovrebbe dipendere la mia sopravvivenza. so che non ho ancora fatto la spesa. so che mi è stato dato del lavoro da fare. so che non ho più voglia di fare niente. so che me ne voglio andare.
sull’arte della fuga, grandi pensatori si sono espressi con parole alte e nobili, sulla vita che va affrontata a testa alta e non svicolando laterali, che per quanto tu possa scappare non puoi fuggire da te stesso, che.
non saprei. io sto iniziando a prendere un certo margine su me stessa, e secondo me alla prossima curva riesco a perdermi di vista del tutto. poi magari fra un paio d’anni mi mando una cartolina da una qualche località esotica, o forse invece è quello che sto facendo adesso. mi sto mandando una cartolina in cui saluto quella che ero, da cui me ne sono andata fin troppi anni fa. e un po’ mi manco.

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