venerdì 12 settembre 2008

tre civette sul karmico comò (ovvero, di gente che prende la vita sul serio)

(roma)

sto qui che leggo delle trattative alitalia difficili, delle trattative alitalia in stallo, delle trattative alitalia che niente più trattative alitalia.
ci manca una cosa. ci manca il sentire (non il sapere, non il capire) che c’è dell’umanità varia, lì in mezzo.
ieri notte l’umanità varia ha suonato verso le undici e tre quarti. noi, dopo sei birre e non so davvero quanto whisky, si stava in queste posizioni: io che ridevo con le lacrime, aggrappata alla spalliera della sedia; b. che stava prendendo la mira per lanciarmi una bottiglia in fronte; l. che cercava di dare spago a b. ed evitare così un omicidio a casa sua. abbiamo riso tantissimo. poi hanno suonato alla porta, era l’umanità varia che è arrivato tardi perché a fiumicino cercavano di capire cosa gli sarebbe successo, anche semplicemente il giorno dopo. era l’umanità varia che diceva di quello che aveva pensato quando aveva visto gli aerei parcheggiati dove in genere invece devono muoversi. era l’umanità varia che parlava di otto anni di precariato in quel ruolo, della fatica fatta, dei sogni che c’erano; e che non parlava della spesa da fare tutte le settimane, dell’idea di avere un figlio per cui c’è già una stanza pronta, di cos’altro si può trovare in questo momento in cui non si trova niente.
poi siamo finiti a parlare della gente che butta gli gnocchi nel water e i preservativi sul tetto, e abbiamo ricominciato a ridere, perché funziona così.
però, quando lo leggi sul giornale, degli gnocchi dell’umanità varia non c’è traccia, e allora non senti. sai, capisci, ma non senti.

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