(roma)
c’è questo filosofo svedese che non mi ricordo come si chiama, che se anche me lo ricordassi non saprei scriverlo, che non sono per niente sicura che sia mai esistito davvero, e che comunque ormai come tutti i nomi svedesi ricorda poltrone strane cucine componibili e cosi per metterci le cose, che forse ha detto: quando l’ape disdegna il fiore, tu, fiore, vola via.
a parte che dipende dalla velocità del vento, come tutto.
il problema del fiore che vola via è, innanzitutto, che lui la frase se la ricordava con una farfalla, non con un’ape. quando il fiore è andato a controllare e ha trovato l’ape ci è rimasto male. perché ci aveva pensato la notte e aveva visualizzato questa farfalla e questo fiore e aveva riflettuto sul fatto che le farfalle assomigliano moltissimo ai fiori e i fiori moltissimo alle farfalle, e se un fiore vola via magari diventa una farfalla. tipo, che le farfalle sono fiori volanti. con l’ape tutto questo gioco non si può fare, che se un fiore assomiglia a un’ape vuol dire che il camioncino del fioraio ha avuto proprio un bruttissimo incidente.
comunque, superato il primo problema da ape, il secondo problema del fiore è che a volte, quando vola via, gli manca la farfalla/ape.
(ora il fiore, che è un fiore problematico, potrebbe riflettere sul fatto che se uno si ricorda una farfalla invece che un’ape è perché spesso non capisce niente delle persone, cioè, delle api, delle farfalle, di tutto quanto, ma il fiore non se la sente di mettersi a riflettere anche su questo, adesso)
(ha mal di testa)
(e comunque le api hanno il loro perché, soprattutto se il fiore ha la bronchite e sono tre giorni che va avanti a miele per farsi passare la tosse)
(sì, è un fiore che tende a divagare)
allora abbiamo questo fiore che, o sta fermo e guarda l’ape disdegnarlo, o vola via ponendosi serie domande sulla direzione e la velocità del vento, sulle api-farfalla, su come tutto sommato non è che stesse meglio, ma si sentisse più a suo agio, più nella sua natura, a non volare via.
però, il filosofo col nome da scarpiera in effetti non ha mica indicato la direzione al fiore, gli ha solo detto di volare. via, sì, ma via è un’indicazione vaga (come anche piazza o vicolo o).
quindi il fiore ora si sta chiedendo se sia possibile semplicemente volare, senza volare via.
venerdì 24 ottobre 2008
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11 commenti:
Per volare senza volare via, appunto, serve una direzione, una meta. Quindi sì, si può. Non serve una metà, basta una meta.
uh.
(uh è l'esatta translitterazione dell'espressione che ho fatto quando ho letto questo commento, che comunque rispetto alla mia espressione standard è stato un nettissimo miglioramento).
(poi volevo dire al controllo ortografia che può farsi venire tutte le crisi che vuole, ma io non scrivo traslitterazione, scrivo translitterazione che mi piace molto di più, e basta).
grazie, bandini.
(poi volevo sapere perché il blog non mi fa più scrivere solo (s.) ma pretende di sapere da che blog provengo (da questo, eh, blogspot, io e la pennuta stiamo qui da un anno e mezzo, ti do questa notizia) ma vabbè).
Esiste una meta, ma nessuna via; ciò a cui diamo il nome di via è il nostro esitare
Franz Kafka
(spider)
che se ci pensi anche "Scarpiera Kafka in rovere sbiancato" non ci starebbe poi male come nome...
spider
Ah ah ah! Credo che una mia ex l'abbia comprata, in effetti! :-D
la Kafka Ubi?
sicuro che non gliel'hai regalata tu?
:)
spider, da uno a qualche milione quant'è grave che tu mi citi kafka e a me viene in mente yoda di guerre stellari?
(non è colpa mia, è la comunità di microbi borg che è in me)
(no, è colpa mia, lo so, lo so).
Tu non preoccupare, ti devi, giovane Jedi, che ora in scarafaggio trasformato ti sei...
;-p
e sì che gliel'hanno ripetuto in continuazione per tre film, di non cedere al lato oscuro della metamorfosi.
"Gregor Jedi Samsa"
che nome fico!!
comunque quello più che yoda sembra il giardiniere sardo dei simpson, te lo dico.
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