domenica 24 maggio 2009

raccolta differenziata dei pensieri non tibetana (modalità quartiere-paese)

(roma)

qui al quartiere-paese abbiamo dei problemi con la raccolta differenziata. cioè, non noi. loro. loro, gli omini della raccolta. nel senso, noi ci impegniamo, differenziamo, buttiamo. loro non raccolgono. per settimane. questo fa sì che dopo pochi giorni noi ci impegniamo, differenziamo, ma non buttiamo, perché non c’è più posto. allora, e tutto questo nella sua assoluta demenzialità è vero, tra amici ci segnaliamo la situazione delle campane e dei cassonetti. tipo, arriva booster e dice, corri, che hanno svuotato la plastica e il vetro, o ti citofona la chef che hanno raccolto la carta, e tu schizzi fuori e raggiungi la campana finché è vuota, o mezza vuota, o mezza piena (dipende dall’indole) (non so se della campana o di chi ci va), e butti finché c’è posto libero. che prima o poi scoppieranno risse e tafferugli di casalinghe distimiche che si picchieranno coi sacchetti della plastica per l’ultimo posto utile nel contenitore. poi dicono che a roma la raccolta differenziata non funziona. e grazie al cazzo.
(che sarà volgare ma ci sta).
comunque io la sera torno a casa e faccio la raccolta differenziata dei pensieri come mi ha insegnato lui, solo che mi sa che risento della situazione ambientale. per cui mi armo del mio bravo pensiero-pinza, metto tutti i pensieri negli appositi contenitori, ma poi non riesco a svuotarli. restano lì. e raccolti per categoria invece che lasciati mischiati insieme, diventano molto più minacciosi. cioè, in condizioni normali, il pensiero il direttore è perfido viene attutito dal pensiero mi sono di nuovo scordata di comprare le uova, oppure il pensiero ha detto booster che il fratello secsi del manovratore adesso esce con una strappona si diluisce nel pensiero dove diamine l’ho messa la bolletta della luce scaduta da due settimane. invece, una volta che li hai raccolti, stanno lì, tutti insieme, divisi nelle loro torri immense di pensieri lavoro negativi o pensieri sentimentali negativi, e ti guardano cattivissimi.
io mi sto controllando tutti i neuroni uno per uno alla ricerca di quello con su scritto vuota il cestino, ma non lo trovo. gli omini della raccolta differenziata non passano. i pensieri tracimano. che in fondo va bene, così si rimischiano tra loro, e prima o poi mi ricorderò di pagare la bolletta subito prima di passare al supermercato, comprare le uova, tirarne una metà addosso al direttore e l’altra metà al fratello secsi e alla strappona. e poi nascondermi dietro una campana tracimante rifiuti, sperando che non passi il camion della differenziata proprio in quel momento.

5 commenti:

peppermind ha detto...

Hai ragione eh?
Essi ti osservano, vili.

Bandini ha detto...

Ma invece sei bravissima, a fare la RDTP. Non ti preoccupare se non riesci a buttare i pensieri una volta che li hai differenziati. Non starci a pensare troppo su, altrimenti aggiungi spazzatura a spazzatura. Che poi facendola scopri che la spazzatura non esiste. È la visione d'insieme che ci frega. Tu vedi un mucchietto di roba maleodorante e pensi: spazzatura. Se invece la consideri da vicino (considera la spazzatura), magari tappandoti il naso, certo, perché saggio non vuol dire coglione, se la consideri da vicino scopri che è formata da un sacco di cose che prese singolarmente non sono spazzatura.
Adesso mi sono perso e non mi ricordo più cosa volevo dire.

(s.) ha detto...

ci tenevo a dire che ho trovato la bolletta e l'ho anche pagata. e che ho fatto pace col direttore che non è per niente perfido. è una persona che mi piace un sacco, in realtà. e quindi non gli tirerò addosso le uova. anche perché, quelle, mi sono di nuovo scordata di comprarle.

(b) ha detto...

voglio dire, ma a che ti servono le uova?
tu non cucini.
che vuoi fare? vuoi mangiarle crude?
con tutto quello che si sente in giro...

(s.) ha detto...

io cucino. ogni tanto. raramente. con prudenza.
e con le uova ci faccio la carbonara che mi viene proprio bene, e le frittate che vengono decentemente più o meno a tutti, e il tiramisù che anche se tu non lo mangi perché sei una pessima spennata, è riconosciuto da tutti come uno dei più straordinari tiramisù dei multiversi.
che non sai quello che ti perdi, oddònna.
(chiedi al pulch che l'anno scorso di questi tempi se n'è fatto fuori una vaschetta da otto persone in due giorni)
(ed è ancora vivo!).