mercoledì 26 agosto 2009

litania del lorem ipsum

(roma)

le prime volte che prendevo il trenino del far-west, quando si fermava in galleria, andavo in panico. inspiegabilmente, l’idea di essere bloccata senza sapere perché, chiusa in un mezzo di trasporto che avrebbe avuto più senso in un museo che non su dei binari, a non so quanti metri sottoterra, mi innervosiva abbastanza. allora avevo preso l’abitudine di recitare tra me e me la litania della paura bene gesserit. funzionava. poi mi è venuto il dubbio che non fosse la litania in sé, ma semplicemente l’attirare la propria attenzione su una serie di parole da ricordare e ripetere a memoria. quando abbiamo cambiato sede e il viaggiare sottoterra è diventata una routine da tre ore al giorno tra andata e ritorno, ho provato col lorem ipsum. funzionava anche quello.
si torna al lavoro. non mi va. mi sento un compost di sfiducia, frustrazione, aspettative deluse e inutilità. mi serve una nuova litania della paura. l’ho trovata. suona tipo: ma chi se ne frega. non esattamente in questi termini.

11 commenti:

Claudio dei Norma ha detto...

Lo Shai Hulud dice di insistere con la Litania della Paura. E lui ne sa di viaggiare sotto terra.
Di lavoro molto meno.

(b.) ha detto...

il compost puzza.
fatti una doccia prima riprendere la diligenza per colorado springs.
vuoi sapere qual è il luogo mentale in cui mi rifugio ultimamente? no? te lo dico lo stesso.
Home improvement.
C'è tutto un mondo là fuori.
Sul web, dico, che di uscire di casa nelle ultime quattro settimane quattro non se n'è parlato neanche.

(s.) ha detto...

cla. oggi mentre arrancavo verso l'ufficio ho provato a sostituire la parola paura con la parola caldo. non devo avere caldo. il caldo uccide la mente. il caldo è la piccola morte etc etc. niente, continuavano a fare 40 gradi come se niente fosse. te tu dove li compri i libri di pratchett in lingua originale, da feltrinellinternational o alla libreria americana dietro piazza di spagna, o dove?

spenné. nessun agglomerato di quella roba lì può profumare, per quanto usi deodoranti all'arancia o al talco. ho provato a chiamarti oggi mentre cercavo di fare qualsiasi cosa pur di non lavorare, ma avevi il cellulare spento, si è polifratturato pure lui?

Claudio dei Norma ha detto...

Allora, per Pratchett vai calda (sic) alla Feltrinternash, semmai cercassi pure Gaiman, là lo trovi. Ma:
di Jonathan Carroll trovi qualcosa in più (ovvero un paio di titoli) all'AngloAmerican, l'altra libreria che citi. O city, nello specifico.
Faccio pubblicità gratuita a chi apprezzo, scusa.
Avverti quando capiti a Roma, io non ho fatto ferie e non ne farò fino a dicembre, magari ci scappa una stretta di mano e un caffé, ammazzacaffé e facioli cor tonno, se ti va.
Buonasera.

Claudio dei Norma ha detto...

Sono il solito coglione. Sotto Lorem Ipsum c'è scritto Roma.
Per cui replica di quanto detto senza "Avverti quando capiti a Roma".

peppermind ha detto...

Io lavoro troppo e quindi non ho tempo di non avere voglia di lavorare.
(Non so se si nota, ma recito paradossi per sciogliermi da queste paure)

Quando compost a Milano, avverti.

(b.) ha detto...

che bello sapere che mi pensi quando non sai proprio che fare..
il cell sta meglio di me, mi sono solo dimenticata di accenderlo ieri.
ma se mi avessi chiamato oggi ti avrei detto che sono stata allo spitale odie e che la mia ricomposizione in un essere umano procede. da oggi con un cavo di acciaio conficcato nell'osso in meno.
beccatevi questo, o voi amanti della fantascienza!
cavo. di acciaio. conficcato per il lungo. all'interno dell'osso dell'alluce.

(b.) ha detto...

ah, nel caso non aveste ancora vomitato.
è stato tirato via con una pinza in un sol colpo, passando sotto l'unghia, che nel caso ve steste chiedendo, è trasparente.
buona merenda!

(s.) ha detto...

cla. ah, ecco. no, perché avvertirti ogni volta che stavo a roma, praticamente non avrei fatto altro tutto il giorno tutti i giorni.

ppp. se compost a milano avverto, ma da quando io e milano abbiamo fatto pace ci frequentiamo di meno per mantenerci in buoni rapporti. però in effetti non mi dispiacerebbe tornarci, non ci vengo da quasi un anno.

spenné. ma che schifo. posso compostare a bulagna dalle parti del mio compleanno, o vengo accolta da pezzi di ossa e unghie e cavi di acciaio? no, che lo sai che ho lo stomaco delicato.

(b.) ha detto...

vieni quando vuoi.
ora somiglio più che altro Frankenstein per via della mia elegante andatura.
il piede sembra quello di una zombie, ma sono fiduciosa che una volta tolte le bende riprenda un aspetto umano...

peppermind ha detto...

@b: Che fame che mi è venuta, leggendoti!
(sottovaluti lo stomaco del fandommaro)

@s: si diceva per dicevare, no probs.