martedì 5 giugno 2007

Lampioni ad acqua

(roma)

Davanti alla finestra della mia camera da letto c'è un lampione. Di notte filtra luce arancione tra le fessure della serranda, e a me piace. Mia personale luce da comodino. A volte mi siedo sul letto e fumo nel silenzio arancione della notte. A volte mi ricordo di una donna in piedi davanti a una finestra che dà sul fiume, in una strana, grande stanza, e di un uomo dietro di lei che le dà il buongiorno dal vano di una porta. I lampioni hanno un loro perché, nella vita delle persone.

Ieri sarei dovuta andare, con la p&c srl, a comprare un paio di manette tigrate – non mie, vostro onore, è una lunga storia, le devo regalare e comunque non verranno mai usate con me, pena l'istantanea implosione di piazza del Duomo, minimo. Invece siamo finiti in un negozio di giocattoli, quando si dice il contrappasso, a cercare pistole e fucili ad acqua.

Sabato un uomo importante varcherà l'oceano appositamente per venire a bloccare il traffico dell'urbe. Lo porteranno a spasso, come si fa coi turisti mordi e fuggi, nei posti da guida turistica: ecco, uomo potente che hai attraversato l'atlantico, questo è il quirinale, qui c'è palazzo chigi, quello è il vaticano e il tipo vestito di bianco si chiama papa. Poi, fatto sconcertante, lo porteranno a trastevere. Cosa ci farà mai l'uomo potente nei vicoli di trastevere? Sono troppo piccoli e stretti per lui, e non mi dà l'idea, a guardarlo, di essere uno che gioca con l'acqua che scende dalle grondaie, né si fermerà sotto il portico di una chiesa a parlare di vento, né si perderà nel freddo di una grande piazza.

Noi, comunque, in suo onore, si va fuori città a giocare alla guerra con le pistole ad acqua. Anche se, da che cinema è cinema, se un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, l'uomo con la pistola è un uomo morto.

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