martedì 10 luglio 2007

E la chiamano estate, quest'estate, senza teeee....

Ci sono diverse cose che macinano più o meno di continuo nel mio cervello, notte e giorno, mane e sera, a casa, al lavoro, mentre mi aperitivizzo, mentre stiro, mentre cucino, mentre.

Percui ho pensato aspetta che le scrivo, magari mi lasciano un po' in pace.

1. Arriverà un giorno in cui smetterò di mettere in dubbio (quotidianamente, anzi minuto per minuto) tutte le mie scelte presenti, passate e future? Voglio dire, uno ogni giorno deve prendere mille piccole decisioni: se prima di prendere ogni decisione deve riconsiderare tutte quelle precedenti, dalla scelta della scuola media, al vestito della prima comunione, al colore dei capelli, al tono da tenere con gli sconosciuti e via così... insomma è un calvario senza fine, una fatica d'ercole. E io non sono Ercole. E' come se il mio cervello si imponesse di creare attraverso i comportamenti, le scelte, le opinioni sulle cose e le persone un percorso coerente. E la coerenza, si sa, è sopravvalutata.
2. Esiste, nella vita di un essere umano, un momento, fosse solo un giorno, magari solo un'ora, in cui non ha più quell'orrenda acne tardiva post-adolescenziale MA non ha ancora le rughe? O i due fenomeni sono fatalmente destinati a sovrapporsi, generando una quantità di fastidio tale da muovere le turbine di una centrale elettrica per un anno?
Sembra un collegamento un po' azzardato, quello fra il punto 1 e il punto 2, me ne rendo conto. Ma sta tutto lì. Per me.
3. Ho capito finalmente perché odio il mio compleanno. Che, per inciso, era ieri.
Mica perché sono vecchia. No, che io ho l'autorizzazione a diminuire gli anni fino a farli coincidere con quelli dell'aspetto della mia pelle (che attualmente è orribile come quella di un quindicenne).
Ma non è questo il punto.
Il punto è che il giorno del proprio compleanno uno si aspetta cose incredibili. Voglio dire, è il SUO giorno. L'unico giorno dell'anno che è festa per lui e per nessun altro. E si chiede: cosa succederà? Ci saranno i fuochi d'artificio che scriveranno nel cielo il mio nome? le macchine per un giorno smetteranno di cercare di arrotarmi mentre attraverso in bici e si allineeranno tutte davanti alle striscie e strombazzeranno al mio arrivo? ritroverò quel calzino perso nel 1983? rientrerò nei miei mitici jeans? Cose così.
E invece.
Niente.
E' l'unica festività che mi provoca disturbi neurologici acuti per una settimana prima del suo arrivo. Neanche Natale, neanche capodanno, che pure odio. E neppure la Befana, a.k.a. l'Epifania, che da bambina mi portava aglio, cipolle e pure carbone.

2 commenti:

Ambosmundos ha detto...

(era bologna in "il magico mondo della distimia")

scusa lo sgambetto, gallinaccia, l'avevo abbozzato l'altro giorno e l'ho pubblicato solo ora.

Anonimo ha detto...

gallinaccia? a chi? ah, son passati i tempi in cui mi chiamavi amelia la strega che ammalia... ho corretto 712 refusi e ho tolto il tizio saltellante. brava, ve'?