giovedì 12 luglio 2007

mi sono sempre piaciuti, gli autobus

(roma)

in genere ti succede quando stai su un autobus. sei uscita prestissimo e il freddo faceva male alla gola e agli occhi, e fumarsi una sigaretta voleva dire tirare fuori una mano, per quanto protetta da un guanto, dalla tasca, e proprio non te la sei sentita. e alla fermata saltellavi sul posto, per non perdere sensibilità alle gambe. hai sempre sofferto il freddo più del caldo, ogni inverno aspetti la primavera quasi con dolore. e poi sei salita e ti sei seduta, e mentre guardavi fuori, senza preavviso, ti sei sentita addosso il sole. un po’ patetico, sbiadito, debole, ma un raggio di calore su una guancia, all’improvviso, ti è arrivato. se fossi capace di fare top ten, ma non ne sei mai stata capace nemmeno tu, diresti che uno dei momenti migliori dell’anno è quando ti arriva il primo raggio di sole addosso, attraverso il vetro di un autobus.
e in piena estate, quando ti ritrovi in una macchina a fumare e parlare, coi finestrini giù e le voci che sfumano basse nella strada deserta, ti capita di interrompere il filo dei pensieri per accorgerti che tu sei quella che sta ascoltando. e stai ascoltando problemi di qualcun altro. e dolori che non sono tuoi. e apri una piccola parentesi tua, nel mondo ingarbugliato dei tuoi amici e dei loro amori, ed è una parentesi che non fa male. è molto piccola, ma pura. priva di dolore. e ti giri verso il finestrino. perché, all’improvviso, è come se.

1 commento:

Anonimo ha detto...

io senza il sole non esisto