lunedì 1 ottobre 2007

Addì 1 octobre anno di dio 2007

(bononia)

E' il primo ottobre, sono le 9.53, tempo soleggiato, ma umido e freschino (siamo sui 15 gradi).
Questo blog per me è un esercizio. Un po' perché mi obbliga a riflettere su di me, cosa che peraltro mi viene abbastanza facile, ma soprattutto perché crea un ponte.
Un ponte fatto di barche, mobile, precario, ma non provvisorio.
Un'idea di ponte, un progetto di collegamento fra due realtà.
L'altro po' di esercizio è la scrittura a quattro mani. Non vorrai mica arrivare a 65-70 anni all'Avana, nella nostra suite già prenotata all'Ambos Mundos, così, senza nessuna preparazione, e improvvisarci autrici della pietra miliare della letteratura del ventunesimo secolo (almeno per quanto ci riguarda).
Ci vuole affiatamento, allenamento a superare gli scazzi quotidiani, gli sbalzi d'umore, i vuoti della comunicazione, gli stand-by del pensiero.
Mica potremo citare a vanvera versi di Macbeth e pensare di cavarcela così.
Non avremo mica spie sotto le spoglie di gestrici di locande da ricamarci sopra.
Ci serviranno argomenti concreti, flussi di coscienza solidificati da sciogliere sulla tastiera.
Va bene che saremo vecchie e forse un po' più atarassiche, ma insomma non si può mica far affidamento sulla saggezza della senescenza.
Detto ciò.
Il libro di Paolo Nori non l'ho letto, non so se lo leggerò a breve.
E che dio mi perdoni non conosco assolutamente la discografia di Guccini.
Però so dov'è viapaolofabbriquarantatré. Adesso. Prima neanche quello.
Comunque non mi sono mai sentita rappresentata da nessun esponente della bolognesità in ambito televisivo-massmediologico. In effetti a domanda:che cos'è la bolognesità? non saprei proprio cosa rispondere. A proposito: cos'è la romanità?

Piuttosto, stavo pensando.
A proposito delle parole delle opere e financo delle omissioni.
E' che o si paga un po' ogni giorno la propria codardia, la mancanza di coraggio di essere fino in fondo ciò che si è. (Cioè gente che tendenzialmente starebbe sul divano a fissare il soffitto, mangiare solo pizza e parlare e parlare e magari buttare giù anche una notevole quantità di alcool, chiedendosi come sarebbe andata se) E allora si lavora, si fa, si briga, ci si stanca e ci si fa violenza.
Oppure si ha il coraggio, la sfrontatezza, forse anche l'incoscienza di essere ciò a cui gli dei mono e politeisti ci hanno condannato. E si paga. Tuuto in una volta. O in comode rate. Ma non giorno per giorno.

Detto anche questo.
La tua prodigiosa memoria mi obnubila, come al solito.
Mi ricordo il pesce crudo, la febbre, le riflessioni sui massimi sistemi a tarda ora.
Ma il cappello, le ultime parole... (Così mi porto avanti col prossimo post di commenti/risposte)
Mi ricordo in più però la colazione prima che tu partissi.
In un posto che poi credo sia stato inghiottito dalla terra, perché non l'ho più ritrovato. Oppure è come quelle isole che emergono e vengono sommerse ogni tot tempo, o al cambiare della luna, delle maree, di non so più cosa...
Ecco forse quel caffè lì è soggetto alle melazete.

E torna, chista casa attende solu attìa.

(PS: hai già perso il primato di prima estimatrice del pneumogiaciglio)

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