martedì 6 novembre 2007

piazza alimonda, qualche anno dopo

(roma)

da: l.a.
a: s.
oggetto: svegliaaaaaaa!!!!
(...) la notizia della non-commissione d’inchiesta su Genova, e tu hai scritto una parola o almeno l’hai pensata? (...) Se conosco la parte pensante (?) del tuo cervello, è concentrata su qualche uomo (...) ci eri andata apposta a Genova, 5 anni fa, per non dimenticare, un anno dopo, e 5 anni dopo che fai, dimentichi.... e allora potevi restartene a casa!! (...) Ti rimando quello che hai scritto 5 anni fa, che io avevo stampato e attaccato sul frigorifero, e leggi la fine di quello che hai scritto TU, perché è quello che hai fatto TU (...)


(seguono insulti di vario genere, tutti giustificati. ha ragione lei)

Wed, 5 Jun 2002
(...che quel posto dove andiamo non ci inghiotte e non torniamo più...)

E contro cosa ha rimbalzato quel proiettile? Contro il cielo? Contro una nuvola? Contro una vita?
Sono stata a Genova per qualche giorno, per un matrimonio. Avevo due posti dove andare, prima di tutto. A via del Campo ci sono arrivata accompagnata da un trans in cui mi ero imbattuta in un vicoletto buio e strettissimo (perché, tanto per cambiare, mi ero persa).
A piazza Alimonda sono riuscita ad arrivarci da sola. E non era la piazza Alimonda che mi aspettavo, che avevo visto al telegiornale, in foto, ovunque. E' una piazza qualsiasi, un'aiuola con fiori rossi e una palma, una chiesa, il chiosco di un'edicola, i tavolini sul marciapiede di un ristorante, alcune panchine, le saracinesche dei negozi. E un angolo pieno di fiori e di scritte e di foto. Scritte bugiarde, di quelle bugie che fanno bene ai vivi e non servono per niente ai morti. Carlo vive, c'era scritto, ma Carlo è morto. Carlo eroe, c'era scritto, ma Carlo Giuliani non era un eroe. Era un ragazzino. Ho letto la data di nascita e di morte e ho cercato di inquadrare me stessa, com'ero, dov'ero, quando avevo la sua età. E tutte le cose che mi sono successe dopo. Tutta la musica che ho ascoltato, i concerti a cui sono andata, i libri che ho letto. Le scopate di una notte, le storie che ti fanno perdere la testa per un mese, la storia che andrebbe scritta con la esse maiuscola perché ha fatto da spartiacque tra le storie prima e le storie dopo. Le risate e le lacrime, le bottiglie di vino bevute, le canne rollate male, i botti in macchina e in motorino, i lavori avuti e persi, gli esami dati all'università e passati, gli esami dati altrove, mai passati. Le amiche abbracciate, le amiche che abbracciano. Gli ex, quelli pazienti e quelli infuriati. Coupedeville cantata piano a un uomo che non mi ha perdonata.
The last journey to nowhere. Non l'hanno lasciato tornare ai suoi temporali.
Ho mandato un messaggio stanco a Pink, che, come da tradizione di coincidenze che fanno di una persona un'amica, se ne stava a Milano per un matrimonio, era in un centro commerciale e guardava sui maxi schermi le immagini di Genova un anno prima. E mi pensava, l'empatica. E ce ne siamo rimaste in silenzio, lei a Milano a guardare piazza Alimonda com'era, io a Genova a guardare piazza Alimonda com'è, questa piazza Alimonda che tra neanche troppo tempo diventerà un'idea come un'altra.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

io quell'anno lì, che poi era il 2001, l'ho presa molto male, quella cosa di carlo giuliani.
mi ricordo che ho pensato, cazzo, e adesso? cos'altro? se è successo questo, allora qualunque cosa truce, violenta e ingiustificata può succedere. qui. carlo giuliani, ragazzo. ce l'ho sempre in mente.
mi ricordo che il dio dei miei vent'anni mi insultava perché ho sempre sostenuto che mi aveva molto più sconvolto, ferito e indignato quello che era successo a genova piuttosto che l'11 settembre.
è vero. non lo dicevo solo per dargli fastidio.
e io ci penso a carlo giuliani, ogni volta che vado a cz.
perché penso che nello stesso anno, nello stesso posto lì sono nati sia il ragazzo che sparò, sia quello che poi è diventato colui che tutto puote.
quello che è successo a genova è una cosa che userò quando sarò vecchia e un ragazzo mi chiederà com'era avere vent'anni nel 2000.
uno schifo, era.

Anonimo ha detto...

messaggio per il dio dei miei vent'anni: sappi che ti ho sempre chiamato e sempre ti chiamerò il cretino.
sei la cosa più stupida e priva di senso che abbia mai fatto in vita mia.









però baci veramente da dio.

Anonimo ha detto...

va bene, donna, parliamone. che ti sei bevuta stasera? (è una caratteristica tipica di un dio baciare da dio, eh. in questo, sono coerenti. ma solo in questo).
il dio dei miei vent'anni è, forse, la persona a cui voglio più bene al mondo. dopo averlo cordialmente detestato per anni, avergli fatto la guerra, etc, adesso che abbiamo trovato un equilibrio, che va oltre l'amore o forse proprio sull'amore si basa, il famigerato amore gratis, ora io la mia vita senza il dio dei miei vent'anni, non saprei nemmeno immaginarla. come ha detto lui, "ma come puoi immaginarti malgrado noi".
a proposito di carlo giuliani e di avereventanni, anzi no, lo posto. merita. guarda su.
ti bacio. fatti un caffè. doppio.