giovedì 13 dicembre 2007

Felicità è...

(bologna, troppo legno e troppe candele)

Nella mia vita precedente il mio primo lavoro è stato con una amica-sorella maggiore (che fatica crescere figli unici, così privi di punti di riferimento, negativi o positivi che siano). Allora siccome passavamo un sacco di tempo insieme avevamo tutta una serie di piccoli rituali, uno ad esempio era dire a bruciapelo, sotto la doccia, mentre si urlava ai bambini, dopo 15 ore di lavoro: "felicità è..."
E l'altra doveva tirare fuori lì per lì qualcosa di credibile, anche una sciocchezza, ma qualcosa che in quel particolare momento della sua vita la rendeva felice. Tipo: a quella stronza di ...... è venuto l'herpes, tanto per dire.
Beh, oggi è stato un bel tardo pomeriggio.
Percui, se qualcuno non fosse troppo indaffarato ad addobbare e finanziare, e me lo domandasse a bruciapelo adesso, qui, ora, risponderei: felicità è dimenticarsi una confezione di cioccolatini allo swine bar.
O meglio uscire dal lavoro, camminare verso un punto indefinito davanti a sè, entrare in un negozio nuovo, trovare l'attaccapanni che si cercava da mesi, anni, poi uscire, voltare l'angolo, rispondere al telefono e scoprire di essere a cento metri di distanza, aspettami lì che arrivo, dai andiamo ad aperitivizzarci, chiacchiere, chiacchiere, secondo giro grazie, ok, si va, dai ti accompagno al bus, chiacchiere, risate alticce, oh il bus, ciao, ciao a sabato allora, riprendere il telefono, c'è un problema: ho lasciato i cioccolatini al bar, ok passo a prenderli,messaggio:ecco cosa succede a noi ragazze quando siamo fuori allenamento, bastan due bicchieri e passano tutti i problemi, messaggio: giustissimo, sono passato dalla micia a prendere una cosa e ho dimenticato lì gli occhiali, decisamente, mai perdere l'allenamento, sorriso e doccia.
E sentirsi leggeri, così svagati da dimenticarsi le cose.
A me capita così: quando sono veramente rilassata e a mio agio perdo i pezzi.
Allora, forse, c'è una speranza. Attaccarsi alle felicità da due bicchieri, alle chiacchiere sui massimi sistemi e sui minimi cazzilli, e non crescere mai.
Per sentirsi così leggeri, e dimenticare le cose e perdere il senso del tempo.

C'è un problema però. Dopo che l'interpellata aveva risposto l'altra faceva un'altra domanda, per un altro di quegli impliciti e collaudati meccanismi, in questo caso anche un po' per scaramanzia: "la vita è una merda perché..."
Ma ora la risposta sarebbe troppo lunga, e io ho i capelli bagnati.

C'è un'altra cosa che mi piace assaje: la schizofrenia di blogger che se salvi un post in bozza il 6 e lo pubblichi il 13 lui te lo infila in mezzo agli altri, interrompendo una sequenza temporale, ma riprendendo un filo logico, come fosse una ghost track.

Che ci sono dei momenti belli, come quando arriva qualcuno da lontano, quando nevica e non hai nessun motivo per uscire di casa, quando capisci che stai finalmente iniziando a capire, ma quei momenti di pura grazia immotivata sono proprio qualcosa.

E che sia messo agli atti che non era colui che tutto puote, per una volta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bello