lunedì 14 aprile 2008

milano, special thanks to

(roma, もいちど a roma)

- il cielo su milano, che più che ridere al mio fianco sembra ridere di me, ma va bene così. alla fine, ci si affeziona anche, a quell’assurda tonalità grigio milano.
- il convoglio della metro che a cadorna ha deciso di provare a spiccare il volo sbattendo le alucce; sarebbe la mia reinterpretazione poetica di un treno fermo in stazione per un’eternità, che apre e chiude le porte convulsamente, mentre io ripasso i nomi di tutte le divinità che conosco e a ciascuna dedico un pensiero affettuoso.
- luca, andrea e il cameriere ignoto.
- il toro senza palle su cui è bello girare come una turista idiota, i desideri senza speranza che è comunque bello esprimere, i castelli senza (più) panchine che restano belli da vedere, ma a distanza.
- il tipo con le buste della spesa e la di lui fidanzata, perché sono una coppia stupenda.
- il gruppo di virtuosi che ha suonato per me simpathy for the devil: il cantante, che l’ha usata come pretesto per insultare a sangue il mio dio per due ore; il chitarrista, l’essere umano (vivo) più immobile che io abbia mai visto; il bassista, che non si può allontanare due minuti per comprare le sigarette che subito ci trova a fare i cretini (non era fare i cretini, per inciso: era il famigerato colpo della gru); il batterista, che di tutta l’opera di j.k.j. proprio quella frase doveva andare a pescare.
- il futon de la muerte, grazie al quale il mio rapporto col materassone gonfiabile della pennuta non potrà che migliorare.
- la mansarda tutta, perché per la prima volta nella mia vita mi sono sentita una donna molto ordinata.
- la mansarda tutta, di nuovo, perché poche volte nella vita mi sono sentita così a mio agio in casa d’altri, e comunque mai a milano.
- il tram anni ’30 con le panche di legno, che è bellissimo.
- chi c'era anche senza esserci.
- il mio angelo custode invisibile, che ha dovuto fare gli straordinari per farmi sopravvivere, tra tentativi di accecarmi, avvelenarmi col caffè fuso nel microonde, rompermi svariate ossa, staccarmi pezzi di pelle e riempirmi di lividi.
- il mio angelo custode visibile, che ha preso in consegna una donna stressata, affamata, stanca e incline a diventare bianca con ghirigori viola in metropolitana, è riuscito a nutrirla, a farla dormire, l’ha ascoltata, sopportata e supportata, le ha fatto fare il giro dei sorrisi uccisi senza protestare, e alla fine l’ha fatta ripartire in condizioni decisamente migliori di come gli era arrivata.
- me stessa. perché lo so che non è stato facile, per me, e apprezzo davvero molto tutto quello che ho fatto. ora mi scrivo una mail, mi ringrazio e mi dico che mi voglio molto bene.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'angelo custode invisibile ti ha protetto da wuello visibile ;-)
Ma va bene così direi 8e comuqnue smettila di farmi sentire in colpa e il Nescafé fuso era buonissimo lo stesso :-D)
P.S.
もいちど vuol dire 'suka', right? ;-p

Anonimo ha detto...

no, vuol dire: a roma non conosco nessuno che mette il caffè nel microonde, eviva!

Anonimo ha detto...

Ingrata...

Anonimo ha detto...

E comunque ho provato a mettere il microonde nel caffè, ma non ci stava (lo so che anche se lo neghi vuol dire 'suka')