domenica 12 ottobre 2008

una notte sul monte armadio

(roma)

il bastone della pioggia, l’albero di natale nano ed io abbiamo preparato gli zaini e siamo andati in escursione sul monte armadio, per perlustrare le famose e accoglienti caverne (*) locali. voleva venire anche la poltrona verde, ma da quando ha perso i feltrini sotto le zampette non si sposta più di tanto, per evitare di disturbare gli inquilini del piano di sotto. sono bravissime persone, ma cerchiamo di non innervosirli; non ci convince molto che abbiano le inferriate fatte di ossa umane (e anche quello strano posacenere sul tavolo del terrazzo, bianco, cavo e con i denti, ci lascia un po’ perplessi).
comunque, dopo una scarpinata di ore, abbiamo trovato una grotta (*) che aveva l’aria di essere accogliente; del resto diluviava e avremmo trovato accogliente anche il forno della casetta di marzapane della strega di hansel e gretel. siamo entrati e dopo pochi metri abbiamo trovato lei. non la strega di hansel e gretel.
la pecora.
stavolta l’ho fregata sul tempo e le ho detto: beh?
ha sbadigliato. ogni tanto ho l’impressione che cerchi di innervosirmi.
le ho chiesto, che ci fai tu qua. mi ha risposto, che ci fai tu, qua. ho detto, perlustro. ha replicato, bah.
poi ha dispiegato le sue grandi ali nere e quando la sua ombra è scesa sul villaggio alle pendici del monte, tutta una serie di scheletri, no, niente, quello era un altro monte.
poi ha sbadigliato di nuovo e mi ha chiesto se c’è una qualche motivazione logica che mi porti a isolarmi in una caverna in cima a un monte ogni volta che non sto bene, a diffondere missive in cui avviso che parto per un’altra galassia e non so quando torno, a spegnere il cellulare e ignorare persino il citofono.
le ho fatto presente che il citofono si è rotto da solo, il che è una fortuna, visto che in genere viene usato soprattutto dai droni del parroco borg che ormai cercano di assimilare qualsiasi cosa che respiri, rantoli o dia l’idea di averlo fatto in un più o meno recente passato (li ho visti lasciare volantini al posacenere strano di quelli del piano di sotto, la settimana scorsa, ribadendogli, ogni resistenza è inutile. che poi lui in realtà non stava cercando di resistere affatto).
e poi le ho detto che i gatti vanno a morire negli armadi.
mi ha chiesto se io abitualmente miagolo o faccio le fusa.
le ho spiegato che, no, ma se è per questo non miagola nemmeno gatto; quanto alle fusa, dipende se ho la bronchite.
mi ha chiesto se io sono in grado di fare salti di un metro e mezzo solo per dare la caccia a qualche insetto.
le ho spiegato che sono allergica a qualsiasi tipo di insetto esistente, esistito o in via di esistenza, e che la reazione più calma e ponderata che ho quando ne vedo uno è fuggire urlando, barricarmi in un’altra stanza e bloccare la serratura con scatole di cortisone.
mi ha detto, appunto. le ho detto, appunto.
mi ha ribadito che secondo lei sono stupida. le ho ribadito che sono d’accordo.
poi abbiamo giocato a carte tutta la notte e ha vinto l’albero di natale nano perché, lo sanno tutti, bara.

(*) volevo dire che io l’ho cercata, sul dizionario, la differenza fra grotta e caverna, ma se c’era, non sono stati chiari, ecco.

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