venerdì 17 luglio 2009

luoghi della mente (1)

(roma)

nella cartellina “pennuta” su iphoto le conservo tutte; quelle fatte col mio mac a roma, quelle a bologna, una in cui tieni in braccio gatto che aveva solo pochi mesi, il condominio di scola. poi ce ne sono a centinaia che non sono mai state scattate. ti regalo quelle. ma sono tantissime, e quindi te le regalerò un po’ per volta, come se fosse un coso random di fote random. te tu stai pronta, che non sai né il giorno né l’ora.

la prima. roma, stazione termini. i passeggeri appena scesi dal treno proveniente da bologna centrale immobilizzati in quella fissità dinamica delle fote che fermano la gente che cammina. bolognese che avanza lungo la banchina con crestina afflosciata dal caldo, sorride e guarda nell’obbiettivo. amelia la strega che ammalia la aspetta a inizio binario. ferma, in piedi, osserva sogghignando la crestina.

bologna. o quasi: l’altra casa, quella tra la via emilia e il west. estate. notte. tavolo del soggiorno. carte da poker, birre, contenitore pieno di pop-corn. come fiches, cucchiai di plastica colorati. l’involucro trasparente che li conteneva, abbandonato in un angolo.

roma. garage condominiale. auto (semplicemente bellissima, splende e illumina tutta la foto col suo innegabile fascino) rossa in retromarcia. bolognese immobilizzata dall’obbiettivo con espressione attonita. dialogo precedente allo scatto: orgogliosa proprietaria della macchina che le dice l’anno di immatricolazione; donna che esclama, cazzo, ma questa macchina è più vecchia di me!
(per la cronaca, mi ero sbagliata: avevo invertito le cifre finali. ho ricontrollato sul libretto quando finalmente ho fatto il duplicato: è solo del 1987. sei molto più vecchia tu).

bologna. salaborsa. insieme eppure sparpagliate, di come la gente che ama i libri riesce a girare in una libreria o in una biblioteca stando insieme ma senza intralciarsi (che poi questa è una cosa rarissima). donna autoctona con in mano un volume di andrea pazienza. donna straniera affascinata dal sistema dei carrelli.

roma. casa appena reduce da un trasloco. manca ancora qualcosa. tipo, il phon. bolognese in terrazzo, scruta il quartiere-paese e si fa asciugare i capelli dal sole. questa è una delle mie fote preferite. lei ha quel modo di guardare il quartiere-paese nel sole, che faceva intuire già la presenza di una pecora-drago da qualche parte, a dare un altro senso a tutta questa strana dimensione. padrona di casa che pensa che sì, sarebbe ora di comprarsi un phon (la volta dopo, la pennuta avrebbe telefonato a colui che tutto puote dicendo, pensa, stavolta c’è anche il phon. sempre fatto ridere moltissimo, questa frase, ogni volta che mi viene in mente).